Il canto è quel filo che, unendo corpo ed anima, conduce alla verità di ciò che siamo, in un mix di emozioni di gioia, amore, felicità, serenità e piacere, ma anche di dolore, di disperazione e di rabbia, verso la sublimazione dell’essere spirituale e della materia solida di cui siamo fatti e che ci circonda.
È un’espansione dell’IO, vista come un dono, come un dialogo intimo di pace e di ricerca.
E’ un mettersi di fronte allo specchio, invocando la rivelazione dell’anima, mentre il cuore vibra e la sua porta si apre al mondo.
Rappresenta la cura, un ponte tra due respiri (il mio e il tuo) che si sincronizzano. Un istinto primordiale che mette in vibrazione silente l’anima, inebriandola di passione, sensualità e sensibilità.
Fiato e pensiero, sangue e carne, un percorso per vivere al meglio la vita e il cui scopo principale è quello di farci sentire vivi – giacché esso stesso è vivo – e, dunque, finalmente liberi dalle nostre stesse catene; liberi di essere e di respirare ossigeno puro.
È luce sulla via della liberazione, rifugio dopo l’evasione.
Il Canto è l’urgenza di perdersi nell’infinito, di vivere la vita e l’amore verso se stessi e verso gli altri. Un contatto profondo, mai una cosa sola, schiaffo e carezza, fuoco e cuore, uno sfogo interiore che ci porta ad urlare dentro e a regolare questa necessità di espressione dell’io attraverso la Musica e la Poesia le quali, però, non possono contenere tutta l’essenza del suo eterno sentire.
Il Canto è la preghiera che precede la confessione che, esorcizzando la nostra anima, ci libera dai nostri demoni interiori e ci porta all’incanto. È una vocazione che, come un fiume limpido che scorre verso il mare, ci conduce alla salvezza nella leggerezza della sua emissione.
Possiamo filtrarlo o togliergli le sue infinite maschere, suonarlo nel nostro corpo, migliorare la sua capacità di comunicazione e di leggerezza oppure renderlo più ermetico e pesante ma, di fatto, nulla potrà mai comprenderlo appieno, poiché il Canto è ineffabile e sa essere tutto in tutti, o niente nel vuoto e nella solitudine della nostra esistenza e qui, spesso, camminando con noi, ci fa compagnia.
Rielaborato dai commenti del post FB di Antonio Di Corcia del 04/01/2022